Wall Street: Dal Baratto Digitale all’IA, Un Viaggio Senza Tempo tra Crisi ed Euforia

Wall Street: Dal Baratto Digitale all’IA, Un Viaggio Senza Tempo tra Crisi ed Euforia

I mercati finanziari, pur sembrando un’invenzione moderna, hanno radici profonde che si intrecciano con l’evoluzione del commercio. Già nel 1500, a Bruges, si tenevano le prime compravendite di titoli nel palazzo della famiglia Van der Bourse, che diede il nome all’attuale termine “Borsa”. La prima vera e propria Borsa valori nacque ad Anversa nel 1531, diventando un punto di riferimento per mercanti e banchieri. Nei secoli successivi, altre città europee seguirono l’esempio: Lione (1548), Londra (1564) e la più grande, Amsterdam (1609). Anche l’Italia vide fiorire le sue Borse, con Venezia nel 1600 e Milano nel 1808.

Oltreoceano, gli Stati Uniti inaugurarono il loro mercato più influente il 17 maggio 1792 a Wall Street, New York, con la nascita della New York Stock Exchange (NYSE), sigillata dal celebre Accordo del Platano (Buttonwood Agreement).


L’Ascesa della Finanza Elettronica: Il Nasdaq e l’Era Digitale

Un punto di svolta epocale per la finanza fu l’8 febbraio 1971, con il debutto del Nasdaq. Fu il primo mercato borsistico al mondo a operare esclusivamente in via telematica, prima con il telefono e poi con i computer, segnando la fine delle tradizionali contrattazioni “a braccia”. Il Nasdaq, acronimo di “National Association of Securities Dealers Automated Quotations,” è un mercato Over The Counter (OTC), specializzato nello scambio di titoli finanziari considerati più rischiosi ma con un potenziale di crescita maggiore.

Con l’avvento dei computer e degli algoritmi, la finanza ha iniziato a distaccarsi sempre più dall’economia reale, dando vita all’era dell’“iperfinanza” e della “finanziarizzazione dell’economia”. L’introduzione dell’High Frequency Trading (HFT) ha accelerato ulteriormente le transazioni, rendendo possibili i “flash crash” dovuti a malfunzionamenti algoritmici, come accaduto nel 2010 e nel 2012 con la quotazione di Facebook. Oggi, il Nasdaq è il secondo mercato borsistico mondiale per volume di scambi e numero di aziende quotate, ospitando colossi tecnologici come Amazon, Apple e Microsoft, ma anche aziende di altri settori.


I Principali Indici della Borsa Americana: I Barometri dell’Economia

Gli indici di borsa sono indicatori sintetici che misurano l’andamento di un gruppo di azioni. I tre indici americani più celebri sono:

  • Dow Jones Industrial Average (DJIA): Nato nel 1896, è l’indice borsistico più antico del mondo. Inizialmente composto da 12 aziende, oggi include 30 “blue chips” ed è un indice “price weighted,” dove le aziende con un prezzo per azione più alto hanno un peso maggiore.
  • Nasdaq Composite / Nasdaq 100: Creato nel 1971, rappresenta il mercato delle società tecnologiche e innovative. A differenza del Dow Jones, è ponderato per capitalizzazione, quindi il peso delle aziende dipende dalla loro dimensione sul mercato.
  • S&P 500 (Standard & Poor’s 500): Nato nel 1957, è considerato l’indice più diversificato, includendo 500 delle più importanti aziende statunitensi di diversi settori ed è ponderato per capitalizzazione.

Le Grandi Crisi Finanziarie: Dalla Grande Depressione ad Oggi

La storia dei mercati finanziari è costellata di fasi di “boom and bust”. Dal 1870, si sono verificati periodi di mercato “Orso” (in ribasso) circa ogni nove anni. Tuttavia, la Borsa ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di recupero, superando i livelli precedenti.

  • La Grande Depressione del 1929:
    • I “Roaring Twenties”: Il periodo tra il 1924 e il 1929 fu caratterizzato da una rapida crescita economica, innovazioni tecnologiche (come l’automobile, la radio e il telefono) e un’espansione del commercio internazionale. L’indice Dow Jones salì di ben 5 volte, alimentando l’illusione di facili guadagni attraverso investimenti azionari. Nonostante il boom, la distribuzione del reddito non era uniforme, con i benefici concentrati nelle classi più ricche.
    • Il Crollo: Il “giovedì nero,” 24 ottobre 1929, vide il Dow Jones perdere oltre il 22% all’inizio delle contrattazioni. Seguirono ulteriori ribassi il 28 ottobre (“lunedì nero,” -13%) e il 29 ottobre (“martedì nero,” -12%). Complessivamente, Wall Street perse il 79% del suo valore nel 1929.
    • Le Conseguenze: La crisi portò alla chiusura di circa 5.000 banche statunitensi tra il 1929 e il 1932. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) americano crollò di circa un terzo nel 1933 e la disoccupazione raggiunse il 25%.
    • Spiegazioni: Tra le cause, si annoverano la speculazione eccessiva e l’aumento degli “acquisti a leva” (investimenti con denaro preso a prestito) che amplificarono le perdite. La Federal Reserve (Fed) fu criticata per non aver contrastato efficacemente il boom speculativo e per aver adottato una politica monetaria restrittiva a partire dal 1927, che ridusse le riserve delle banche e aumentò la vulnerabilità dell’economia.
  • Le Riforme Post-1929: Il Glass-Steagall Act:
    • In risposta alla crisi del ’29, il Congresso degli Stati Uniti emanò il Glass-Steagall Act del 1933. Questa legge mirava a contenere la speculazione e prevenire i panici bancari.
    • Tra le sue misure chiave, l’istituzione della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) per garantire i depositi bancari e prevenire le corse agli sportelli.
    • La disposizione più significativa fu la netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. L’obiettivo era evitare che il fallimento di un intermediario finanziario trascinasse con sé le banche tradizionali, proteggendo così l’economia reale da eventi negativi prettamente finanziari.
    • Tuttavia, il Glass-Steagall Act fu abrogato nel 1999 dal Gramm-Leach-Bliley Act, che consentì la costituzione di gruppi bancari in grado di esercitare contemporaneamente attività bancarie tradizionali, assicurative e di investimento. Questa abrogazione è stata collegata all’acuirsi della crisi dei mutui subprime del 2007.
  • Altre Crisi Rilevanti:
    • “Lunedì Nero” 1987: Il 19 ottobre 1987, l’indice Dow Jones crollò del 23% in un solo giorno, a causa del deficit commerciale statunitense e dell’aumento dei tassi d’interesse in Germania. Questo fu il primo crash dell’era informatica e fu amplificato dagli algoritmi del Nasdaq.
    • Bolla di Internet (Dot-com Bubble) 2000: Dopo aver raggiunto un picco il 10 marzo 2000, l’indice Nasdaq scese del 27% nelle prime due settimane di aprile e del 39% in un anno, con la perdita di 7 trilioni di dollari.
    • Crisi dei Mutui Subprime 2008: Tra agosto 2000 e febbraio 2009, il mercato subì un ribasso del 54%, il secondo peggior periodo per la borsa americana in 150 anni. Questa crisi, iniziata con i mutui a basso rating, si trasmise all’attività bancaria tradizionale a causa della commistione con l’attività di investimento, culminando con il crollo di Lehman Brothers. Il mercato si riprese completamente solo a marzo 2013.
    • Crisi da Pandemia (Covid-19) 2020: Il 12 marzo 2020, dopo la dichiarazione di pandemia da parte dell’OMS, i mercati azionari globali subirono crolli significativi, con New York che registrò il peggiore arretramento dal 1987.

Il Ruolo del Federal Reserve System (La Fed): Il Cuore della Stabilità Economica

Il Federal Reserve System (Fed), l’attuale banca centrale statunitense, fu istituito il 23 dicembre 1913, dopo una serie di tentativi precedenti e a seguito del “Panico del 1907”. La Fed fu concepita come un sistema di banche centrali diviso in dodici distretti (le Federal Reserve Banks), ciascuna con una “Federal Reserve City” di riferimento, supervisionate da un Board of Governors con sede a Washington D.C. La sua struttura unica riflette un compromesso tra un’impostazione centralizzata e una decentralizzata, con una componente mista pubblico-privata che coesiste e si controlla reciprocamente.

Le funzioni principali della Fed includono la gestione della valuta elastica (adeguamento della quantità di circolante alle esigenze del mercato), il ruolo di prestatore di ultima istanza per le banche e la supervisione del sistema bancario per assicurarne la sicurezza e ridurre il rischio sistemico.

Durante la Prima Guerra Mondiale, la Fed giocò un ruolo cruciale, agendo come agente fiscale per il governo statunitense e finanziatore dei paesi in guerra. Questo permise agli Stati Uniti di passare da nazione debitrice a maggiore creditore mondiale, costruendo le basi per la loro ascesa a potenza economica globale nel “secolo americano”.

Dopo la Grande Depressione del 1929, l’efficacia della Fed fu messa in discussione. Le riforme degli anni ’30, in particolare il Banking Act del 1935, concentrarono il controllo del sistema nel Board di Washington e istituirono il Federal Open Market Committee (FOMC), responsabile delle operazioni di mercato aperto. Questo aumentò l’indipendenza della Fed e la trasformò in una banca centrale più centralizzata, come la conosciamo oggi.


Prospettive Future: Tra Intelligenza Artificiale e Sfide Demografiche

L’analisi storica dimostra che gli shock di mercato sono eventi ricorrenti, che Paul D. Kaplan di Morningstar preferisce definire “black turkeys” anziché “black swans” a causa della loro relativa frequenza. Questo rende il rischio di mercato non solo una questione di volatilità, ma anche di mercati depressi ed eventi estremi. Nonostante ciò, l’analisi di 150 anni di Wall Street insegna che il mercato azionario continua a remunerare per il rischio assunto.

Guardando al futuro, Vanguard prevede che il prossimo decennio dell’economia americana sarà determinato dal “braccio di ferro” tra il progresso dell’intelligenza artificiale (IA) e i deficit pubblici alimentati da fattori demografici. Se l’IA si rivelerà una tecnologia trasformativa come l’elettricità nel XX secolo, si potrebbe assistere a un’accelerazione della crescita economica e della produttività, compensando le pressioni demografiche. Al contrario, se l’IA deluderà le aspettative, i deficit potrebbero dominare, portando a una crescita economica più debole. Nonostante le preoccupazioni per l’inflazione dovuta all’aumento dei deficit, Vanguard ritiene improbabile un contesto di inflazione più elevata grazie alla probabile risposta della Fed, che manterrà i tassi d’interesse a livelli più alti per garantire la stabilità dei prezzi.

La storia dei mercati finanziari è, quindi, un ciclo continuo di innovazione, crescita, euforia, crollo e recupero, con le istituzioni e le politiche che si evolvono in risposta alle sfide.

Cosa pensi di queste prospettive per il futuro dei mercati finanziari? C’è qualche aspetto che ti incuriosisce di più?

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *